Dynasty Warriors: Origins, La Recensione - Gameplay: tra caos frenetico e strategia ragionata

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Gameplay: tra caos frenetico e strategia ragionata

Il gameplay di Dynasty Warriors: Origins mantiene l’essenza "uno contro mille", ma con una complessità maggiore rispetto al passato. Il sistema di combattimento, costruito su un rinnovato motore tecnico e fisico, offre un’esperienza più dinamica: le combo sono fluide, i contrattacchi reattivi e l’aggiunta di attacchi caricati dona una profondità inaspettata. L’elemento più interessante, però, è l’introduzione della gestione tattica delle truppe. Con una semplice interfaccia, si possono impartire ordini diretti agli alleati per controllare punti chiave della mappa, proteggere posizioni o inviare rinforzi. Questa meccanica trasforma alcune battaglie in vere e proprie sfide strategiche, aggiungendo varietà al tradizionale caos musou. Un altro tassello che impreziosisce il gameplay, sono i duelli con i comandanti nemici. Questi scontri sono più lenti e metodici rispetto al resto del gioco, richiedendo precisione e tempismo per parare, schivare e contrattaccare. Oltre i duelli con i comandanti, menzione d’onore va agli scontri con i boss di ogni fine atto della campagna: saranno davvero difficili da sconfiggere, strizzando l’occhio a quelli dei souls-like, contornati da ottimi pattern, animazioni e messa in scena. Vi è anche un ottimo sistema di progressione, che va di pari passo con la crescita della maestria nelle varie armi che si possono utilizzare! Salendo di livello con le armi sbloccheremo punti abilità da distribuire su di un classico albero, che consente una personalizzazione interessante del protagonista, con tre rami principali: Offensivo: aumenta il danno e sblocca combo avanzate; Difensivo: migliora la resistenza e l’efficacia delle parate; Comando: potenzia l’efficacia delle truppe alleate e accelera i tempi di risposta strategica.

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